Comune di Scandriglia

Territorio

Scandriglia sorge a 535 metri di altezza sul livello del mare, sulle propaggini settentrionali dei monti Lucretili. Nel territorio comunale si trovano i rilievi di Monte Pellecchia (1368 m), Cima di Coppi (1211 m), Cima Casarene (1191 m) e Monte Serrapopolo (1180 m).

Storia

Le origini

Le origini storiche della cittadina di Scandriglia si perdono nel mito e nella leggenda romana. Sin da quel tempo il territorio di Scandriglia era occupato da una prospera cittadina chiamata Mefila, nome di ispirazione greca, giacchè è parere di vari storici romani, anche se non molto attendibili, che la Sabna ospitasse in tempi remoti una colonia geca fusasi poi con la popolazione d'origine. Sorto l'astro di Roma questa cittadina seguì presto le sorti di tutto il territorio sabino, diventando con tutta la Sabina "Il fior d'Italia" ed il più sicuro appoggio della repubblica romana, come puntualizza pieno d'ammirazione M.T. Cicerone, che vide in questa regione l'incarnazione originale della "virtus" romana comprendente la frugalità e la laboriosità, nonché un'innata fierezza ed un'indomata bellicosità.

Durante la dominazione Romana Mefila ospitò ville patrizie e diventò quasi totalmente il fondo agrario della ricca famiglia senatoriale degli Scandillii. Dal nome di quel tempo "FUNDUS SCANDILLIANUS" deriva l'attuale denominazione.

Nel territorio comunale, in località Monte Calvo, in seguito ad accurati scavi archeologici effettuati già dal 1824 e poi proseguiti tra la fne del '900 e l'inizio del nuovo millennio, sono venuti alla lucei resti di una sontuosa villa romana risalente al I secolo d.C.di proprietà di BRUTTII PRAESENTES.

In questa località sono state trovate le tracce di costruzioni imponenti e numerosissime statue marmoree ben conservate. Molte di queste opere sono al museo Borghese di Roma, altre al N. Carlesberg Glyptotek di Copenaghen.

Poco distante dall'attuale SS Salaria, nell'antico tracciato romano, è situato un ponte denominato "del Diavolo", alto circa 13 metri e composto da 14 file di blocchi di travertino. Esso ci è pervenuto quasi intatto perché nascosto in un luogo romito ed ombroso. Sin dal IV secolo si ha la testimonianza dell'esistenza di cristiani in Scandriglia, infatti è di quel secolo una lapide sepolcrale scritta in greco, in cui un padre addolorato piange la morte prematura del figlio. La testimonianza di questa lapide rende verosimile la tradizione cristiana che sostiene Scandriglia come il luogo ove sia avvenuto il martirio di S. Barbara.

Tale tradizione narra che Dioscoro, funzionario dell'imperatore Massimiano, si fosse trasferito dalla Bitinia nel Territorio di Scandriglia, forse acquistando anche un suburbano. Con lui vi era la figlia Barbara che divenuta cristiana, scatenò l'ira paterna. Dopo alterne vicende Dioscoro giunse ad uccidere la figlia di propria mano, staccandole la testa con un colpo di spada. Il corpo della martire fu portato nella cattedrale di Rieti nei primi decenni del secolo IX.

Il Medio Evo

Nei secoli IX e X vediamo ancora le pacifiche ed indifese genti di Scandriglia atterrite dalle orde saracene che, dall'875 al 925 invadono sistematicamente tutta la Sabina, installandosi stabilmente nel territorio scandrigliese. Risale sicuramente a questo periodo la costruzione del "CASTRUM SCANDRILIAE", castello dominante due fertili vallate che raccolse intorno a se tutti i popolani sperduti nei monti e nelle campagne circostanti.

Nel 1084 Scandriglia era dominata dal conte Erbeo che in seguito la donò al monastero di Farfa, sotto la cui influenza restò per alcuni secoli. Successivamente il castello passò in enfiteusi agli Orsini e agli Anguillara. Si può ancora ammirare il palazzo quattrocentesco degli Anguillara ben conservato, con la "finestra bifora" e portali marmorei ad ornamento della facciata principale. Anche "La Rocca" offre testimonianze spiccatamente medioevali.

Monasteri e luoghi di culto

Valse al prestigio di Scandriglia nei vari secoli ospitare nel proprio territorio uno dei più grandi ed importanti monasteri della Sabina: il monastero di S. Salvatore Minore, costruito nel secolo XI dal Marchese Uberto in espiazione dei suoi delitti e per suggerimento di San Domenico da Foligno che ne fu il primo abate.

Sovrasta l'amena cittadina da un picco roccioso il convento di San Nicola, costruito nel secolo XVI; ci resta un trittico in tavole dipinte a tempera con San Nicola, un angelo e la Pietà della scuola del 300.

Tra i santuari che il popolo sabino ha eretto nel corso dei secoli, in onore della B. Vergine Maria, quello di S. Maria delle Grazie ha una sua particolare importanza. Per il suo rinomato Convento e i Santi e servi di Dio che l' hanno abitato, per i numerosi prodigi che i fedeli vi hanno ricevuto dalla Madre di Dio, per il suo patrimonio storico ed artistico nonché per la sua incantevole posizione panoramica, il suddetto santuario merita a buon diritto di essere chiamato: "PERLA DELLA SABINA" stupendamente incastonata nella viva tradizione della sua gente e nel verde argenteo delle sue colline.

La chiesa parrocchiale "S. Maria Assunta" fu costruita nel secolo X, ciò risulta da un'epigrafe situata nella stessa chiesa. In essa sono conservate pitture del 500 e del 600.

Dal Regno d'Italia ad oggi

Da sempre presente nello Stato Pontificio, nel 1860 Scandriglia entra a far parte del Regno d'Italia come comune della provincia di Perugia e poi di Roma. Nel 1927 in seguito all'istituzione della provincia di Rieti entrò a far parte di quest'ultima.

Attualmente Scandriglia occupa un territorio ampio circa 6600 ettari, costituito in gran parte da colline e dalla terza parte da montagne boscose. Compresa la frazione di Ponticelli, i suoi abitanti sono circa 3.100. L'economia verte principalmente sulla produzione di olio di oliva; si coltivano anche cereali, piante da frutto, viti e ortaggi. E' sviluppato l'allevamento dei bovini, equini ed ovini, che in parte si svolge allo stato brado nelle verdi e ubertose vallate della catena appenninica che lambisce il territorio scandrigliese. Nella stagione estiva questo ameno paese si trasforma in un centro affollatissimo che offre a tutti i nuovi arrivati dei panorami inebrianti ed un clima salubre in un ambiente ecologicamente incontaminato.

Frazioni e località isolate

Ponticelli Sabino, Osteria Nuova.

A poca distanza dall'abitato, in una zona denominata Contrada Santa Barbara, sorge la chiesetta rurale di Santa Barbara dove, secondo la tradizione, la Santa venne martirizzata dal padre. Le testimonianze del luogo rappresentano un vero e sentito culto per la giovane martire cristiana, patrona del paese, per la quale il 4 dicembre si svolge una grandissima festa. Il corpo della martire fu traslato nella cattedrale di Rieti nei primi decenni del secolo IX.

Di notevole interesse storico è il Santuario Francescano di Santa Maria delle Grazie, che per il suo patrimonio storico ed artistico e la sua incantevole posizione panoramica, merita a buon diritto di essere chiamato "La Perla della Sabina", stupendamente incastonata nella viva tradizione della sua gente e nel verde argenteo delle sue colline di ulivi.

Nella Chiesa si venera una miracolosa immagine della Vergine col Bambino e si conserva una bella tavola rappresentante la Vergine in trono col Bambino tra i S.S. Francesco e Antonio di Padova, opera di un pittore del tardo Quattrocento, forse umbro, ma che rivela influssi della scuola di Antoniazzo Romano.

Madonna della Quercia – XVI secolo, via Salaria Vecchia.

Monumenti e luoghi di Interesse

Palazzo degli Anguillara (XV secolo) - palazzo signorile ben conservato dalle architetture rinascimentali con inserimenti tardo gotici, la finestra bifora e portali marmorei ad ornamento della facciata principale; conserva affreschi della scuola di Antoniazzo Romano.

Chiesa dell'Assunta - impianto medioevale (costruita nel secolo X) con rifacimenti settecenteschi; nell'interno sono conservate pitture del ‘500 e del ‘600 e una scultura lignea policroma raffigurante la Vergine col Bambino attribuita al XVI secolo. Il campanile della chiesa è costruito su una torre di guardia romana.

Anche La Rocca, nelle immediate vicinanze, offre testimonianze spiccatamente medioevali.

Presso la frazione Ponticelli il monumento di maggiore interesse è la duecentesca Chiesa di S. Maria del Colle, con semplice ed elegante facciata romanica.

L'interno è decorato di affreschi votivi che vanno dal secolo XIII al secolo XVI, con il frammento di Annunciazione di Scuola Romana duecentesca, la Crocifissione sopra la porta ed un S. Giorgio quattrocentesco.

Distrutta la decorazione dell'arco e della conca absidali rappresentante Dio Padre tra Angeli, l'Annunciazione, l'Incoronazione della Vergine Assunta e gli Apostoli (1580).

Nel territorio all'interno del Parco località interessante e suggestiva è il Convento di San Nicola, costruito nel secolo XV su una Chiesetta del XII secolo, sulla montagna che sovrasta Scandriglia, Monte Pereatti. Del Convento ci resta un trittico in tavole dipinte attualmente custodito presso i locali del Comune.

In prossimità di Cima Coppi (Petra Demone 1211 m) è possibile individuare i resti di antichi insediamenti, di una torre di avvistamento e di un altare a Giove Cacuno.

Alle pendici di Monte Pendente, perfettamente conservato, sorge il monastero benedettino di San Salvatore Minore; da qui è possibile raggiungere un'antica strada di collegamento denominata "Ginocchio du bove", utilizzata un tempo per scambi di merci tra le popolazioni originarie di Scandriglia e Orvinio. Sempre nella zona di Monte Pendente, in località Le mura (Rocca Sollana) sono presenti resti di antiche abitazioni, sorte ad opera delle popolazioni locali nel periodo dell'invasione dei Saraceni (dall'875 al 925).

Resti di villaggi abbandonati anche nei territori Castellutius e Macla Felcosa (750 s.l.m.).

Siti di interesse storico, aree archeologiche

Durante la dominazione Romana Mefila (l'antico nome di Scandriglia) ospitò ville patrizie e diventò quasi totalmente il fondo agrario della ricca famiglia senatoriale degli Scandillii. Dal nome di quel tempo "FUNDUS SCANDILLIANUS" deriva l'attuale denominazione. Nel territorio comunale, in località Monte Calvo, in seguito ad accurati scavi archeologici effettuati nel 1824, furono ritrovati i resti di una sontuosa villa romana risalente al I secolo d.C., allora indicata come la villa imperiale di Nerva (96-98), altri sostennero tali reperti essere i resti della città di Numanzia. In questa località sono state trovate le tracce di costruzioni imponenti e numerosissime statue marmoree ben conservate. Molte di queste opere sono al museo Borghese di Roma, altre al N. Carlesberg Glyptotek di Copenaghen. È possibile ammirare i resti di antiche ville di epoca romana anche presso gli scavi archeologici in località "Madonna dei colori" (Villa dei Brutti Praesentes), le pietre miliari ed il Ponte Romano (alto circa 13 metri e composto da 14 file di blocchi di travertino) sul vecchio percorso originario della Via Salaria, conservatosi pressoché intatto.

Aree naturali

 

 

 

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